battaglia terme
Cinema Roma
Il teatro Marigo nasce nel 1823 in seguito "teatro sociale o teatro della società operaia" e poi cinema teatro Roma e non scompare quest’anno, ma alcuni anni fa. Solamente quest’anno la parrocchia e la giunta comunale lo seppelliscono. La giunta precedente, nella quale vi erano componenti del gruppo la Vespa e un vicesindaco sensibile all’importanza del cinema Roma, aveva approntato un "Piano Attuativo" complessivo unitario che prevedeva il recupero dell’Area Kainich per la parte di Centro Storico, per eventuale nuova edificabilità con fini sociali e pubblici, all’interno della quale il cinema Roma diventava una sala polivalente ad uso pubblico in convenzione con i privati. La stessa Giunta aveva un accordo di questo tipo con le parti interessate.
In passato, parliamo di un decennio fa, alcuni di noi (della vespa) hanno anche interloquito con la parrocchia per una possibile acquisizione, ma il fatto di essere studenti, disoccupati o aver appena iniziato a lavorare, non ci permise l’acquisto dell’immobile.
Eravamo spinti da un’idea semplice di trasmissione della cultura, legata ai luoghi, ai sentimenti, alla tradizione. In questo i barcari sono stati più bravi (non dico più fortunati e più aiutati, che penso che di fortuna e di aiuto ne abbiano avuti pochi, se non alla fine). Sorprende che non ci abbia pensato nessun altro gruppo, legato alla parrocchia, alla storia, alla tradizione, all’intrattenimento culturale. Sorprende che non sia nato nessun comitato per la difesa di quello che era un luogo comune, pubblico in senso lato. Che nessun gruppo di anziani c’abbia fatto un pensierino. Sorprende che nessun collezionista di stampe antiche del paese abbia intrapreso una campagna per la sua ristrutturazione e la sua restituzione alla vita culturale paesana. Che nessun industriale o ricco professionista battagliense abbia pensato al suo recupero. E le banche? Nessuno, neanche gli attuali componenti di questa giunta o del gruppo di potere che la sorregge, che in qualche modo coincide con gli altri succitati. Che l’opposizione in consiglio non abbia dato Battaglia.E la pro loco dov’era?
Sorprende?
Siamo dei bugiardi, quello che sta succedendo al cinema Roma non ci sorprende per nulla. Visto chi ci governa. Non sorprende, molto è collegato all’area Kainich e alla sua trasformazione. Ci aspettavamo qualcosa di più dalle donne, intendiamo la sindachessa e l’assessora alla cultura. Ma ci pentiamo anche di questa speranza.
Anzi ne approfittiamo per chiedere le dimissioni dell’assessora alla cultura, visto che non capiamo quale sia il suo ruolo in questa vicenda.
Il teatro Marigo, poi cinema Roma, è uno dei pochi spazi che ha reso un servizio al nostro povero (culturalmente) paese. E’ un luogo che ha arricchito il pensiero e i sentimenti di chi lo ha frequentato cento o trenta anni fa e che ancora molto poteva dare. Chi c’è entrato da bambino e poi da adolescente e infine da adulto per un film d’intrattenimento, per il cineforum, il cineclub o per un concerto, un dibattito, una rappresentazione teatrale sa bene di cosa parlo. Parlo della nostra vita e di quella di quei vecchi che facendo un confronto ci dicono che una volta Battaglia era molto più viva, che il teatro Marigo era un cuore di Battaglia, che pulsava e irrorava di vita il paese. Molto diverso dal suo diretto discendente cioè il cinema Astra o dal divertimentificio di una multisala figlia della frammentazione individuale e dell’idea industriale dell’intrattenimento.Insomma il cinema Roma ad un certo punto si era bloccato, e se ne era rimasto in sonno per molti anni, ora è definitivamente morto. Questo paese perde una possibilità d’aggregazione, di coinvolgimento pubblico della cittadinanza. E noi ci chiediamo quanta volontà politica ci sia dietro a ciò e quanto disinteresse? Cosa rimane a questo paese ora.
La parrocchia e piccoli luoghi d’aggregazione. Una pubblica amministrazione che non solo è disattenta al passato (quando non è militare) ma anche al futuro. Noi pensiamo che non solo le stampe o i manifesti del teatro o del cinema ora valgano meno, ma anche il paese valga molto meno.