Home  •  About  •  Links  •  Contatti  •

IL GAZZETTINO del 25 Febbraio 2005

Scritto il 25/02/2005 da [lavespa] nella categoria [C&C - Rass. Stampa]

VENEZIA Interrogatorio lampo ieri mattina per il principale indagato nell’inchiesta sul presunto traffico di rifiuti. Fabrizio Cappelletto , titolare della C&C di Mestre, ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere di fronte al giudice per le indagini preliminari Stefano Manduzio, il magistrato che ha firmato l’ordinanza di custodia in base alla quale martedì è finito in carcere, e che ha disposto gli arresti domiciliari per altre sei persone. Il difensore dell’imprenditore, l’avvocato padovano Ferdinando Bonon, preferisce evidentemente studiare la documentazione dell’accusa prima di farlo parlare. Con molte probabilità, nei prossimi giorni verrà presentato un ricorso al Tribunale del riesame per ottenere la revoca del provvedimento. Dopo Cappelletto , è stata la volta di Sebastiano Lovison, 36 anni, di Piove di Sacco e Paolo Benà, 28, di Rovigo, della Living and Building srl, società che operato in alcuni cantieri nei quali la C&C ha inviato parte dei rifiuti finiti sotto accusa. I due indagati, assistiti rispettivamente dagli avvocati Roberto Turolla di Padova ed Antonio Cappellini, di Rovigo, hanno respinto le accuse, sostenendo di non aver mai avuto rapporti con la C&C, ma unicamente con la società che si era aggiudicata i lavori di quel tratto dell’Alta velocità ferroviaria, la Iconser, e di essersi limitati ad un lavoro di contabilità di cantiere. Il loro compito era soltanto di natura tecnica e non prevedeva alcun tipo di controllo sul tipo di materiali utilizzati, né sulla provenienze e legittimità del loro impiego. I due difensori hanno quindi chiesto al giudice la revoca della misura degli arresti domiciliari. L’interrogatorio di Luigi Garavini, di Forlimpopoli, e Loris Conti, di Rimini, è stata delegata per rogatoria ai magistrati bolognesi. Alessandro Musacco, 38 anni, il chimico di Susegana accusato di aver falsificato le analisi dei rifiuti e Paolo Salvagnin, 41 anni, di Padova, titolare della Autotrasporti padovani, verranno invece ascoltati dal gip Manduzio questa mattina. Nella corposa ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti dei sette principali indagati, accusati dal pm Giorgio Gava di violazione della legge sui rifiuti (e alcuni di loro anche di aver costituito un’associazione finalizzata al traffico di rifiuti) figurano anche i nomi di altre 21 persone, i cui nomi sono finiti sul registro degli indagati perché in qualche modo hanno avuto a che fare con la C&C e i materiali pericolosi che sarebbero stati utilizzati illecitamente in alcuni cantieri per opere pubbliche, tra cui un cavalcavia a Padova e le opere dell’Alta velocità ad Arino di Dolo. Sono il legale rappresentante della C&C, Graziano Chiarentin, 47 anni, di Mira, l’ex legale rappresentante della società, Luciano Rossi, 56, Mestre, Julian Ioan, 31, di Este, Eddi Vindigni, 24, Mogliano Veneto (Treviso) e Christian Pradella, 24, Spinea (Venezia), tutti dipendenti della C&C; il chimico Giorgio Berto, 49 anni, di Selvazzano (Padova). Gli altri indagati sono tutti titolari di imprese che hanno operato in qualche modo con la C&C: Mauro Carretta, 62 anni, di Modena, Roberto Bani, 49, Cesenatico, Marino Tiso, 56, Mira, Maurizio Trentin, 50, Vicenza, Giovanni Rosti, 42, Brescia, Marco Andreasi, 74, Mira. E ancora, Emilio De Seta e Armando Marcelletti, 59 anni, di Cosenza, Graziano Battistello, 52, di Gorgo al Monticano (Treviso), Flavio Bragato, 43 anni, di Ceggia (Venezia), Maria Avanzi, 69 anni, e Giorgio Galeazzi, 42, di Mantova, Paolo Bastianello, 37, di Preganziol (Treviso) e Masimiliano Spadoni, 34 di Pesaro. Il loro ruolo, secondo la procura, sarebbe più defilato, e ora spetterà al prosieguo delle indagini, affidate alla Guardia Forestale, il compito di accertare la legittimità dei loro comportamenti e l’eventuale consapevolezza di commettere un reato attraverso il trattamento dei rifiuti finiti sotto accusa. [Gianluca Amadori]