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IL GAZZETTINO del 25 Febbraio 2005

Scritto il 25/02/2005 da [lavespa] nella categoria [C&C - Rass. Stampa]

PERNUMIA Si allunga l’elenco degli indagati nell’inchiesta sul traffico di rifiuti che martedì ha portato all’arresto di sette persone. In totale sono ventuno gli altri nomi finiti nel mirino della magistratura per aver avuto in qualche modo a che fare con la ditta C&C e i materiali che sarebbero stati utilizzati illecitamente in alcuni cantieri di opere pubbliche. Tra questi due padovani: Julian Ioan, 31 anni, di Este, dipendente della C&C, e il chimico Giorgio Berto, 49 anni, di Selvazzano. Ieri, in via San Luigi a Monselice, si sono trovati undici dipendenti della C&C di Pernumia , sede staccata dell’azienda coivolta nell’inchiesta della Guardia di Finanza sul traffico e il riciclaggio illecito di rifiuti. A Rossano Ranci, segretario provinciale della Fillea-Cgil, hanno raccontato le loro storie. «La situazione pesante. Alle istituzioni chiederemo che vengano applicati in prima battura gli ammortizzatori sociali - ha detto il sindacalista - e poi intendiamo fare un quadro dettagliato di tutte le persone che a vario titolo sono entrate nell’azienda di Pernumia della quale è titolare Cappelletto. Tutti i lavoratori corrono grossi rischi sotto il profilo della salute. Infatti venivano lavorati materiali altamente tossici nonostante i rassicuranti cartelli presenti all’interno dell’azienda che indicavano la presenza di materiale inerte senza problemi». Ranci ha focalizzato l’attenzione sulla violazione totale dei diritti dei lavoratori. «I dipendenti vivevano sotto pressione: i tre italiani erano assunti con contratti a termine e gli otto stranieri minacciati di non veder rinnovato il permesso di soggiorno. È grave che Regione e Provincia non abbiano effettuato controlli su quanto avveniva all’interno dell’azienda». «La Provincia - ribatte l’assessore provinciale all’Ambiente Roberto Marcato - a differenza di quanto può sostenere a livello locale qualcuno che cerca di strumentalizzare la situazione in vista delle elezioni, ha fatto tutto quello che era previsto dalla legge». La replica di Marcato è diretta in particolare al sindaco di Pernumia , Lucio Conforto, il quale aveva accusato Palazzo Santo Stefano di non aver fornito i dati sulle autorizzazioni alla C&C. «Qualcuno sa bene che i dati richiesti dal comune di Pernumia non sono stati forniti perché c’era un indagine della magistratura veneziana. Pertanto vigeva l’obbligo del segreto istruttorio». Marcato contrattacca ancora. «Rispetto alla C&C, abbiamo ricevuto i sindaci e una delegazione del comitato e abbiamo interagito in maniera efficace con l’Arpav. Il 3 febbraio la Provincia ha emesso un’ordinanza di blocco dell’attività. Poi è intervenuta la magistratura». La vicenda della C&C sta per approdare anche alla Camera dei Deputati. L’onorevole Piero Ruzzante, Ds, ha presentato un’interrogazione ai ministri dell’Ambiente, della Salute e dell’Interno per conoscere se il governo sia al corrente di quanto è successo nelle zone tra Padova e Venezia e della violazione delle norme sui rifiuti. «Il ministero dell’Interno dovrebbe verificare - chiede tra l’altro Ruzzante - eventuali omissioni di controllo della Provincia di Padova». «Il governo - conclude - Viste le ingenti spese che comporterà la bonifica dei quattro siti interessati dal materiale inquinante, dovrebbe intervenire finanziando almeno in parte l’operazione che dovrà essere realizzata dalle amministrazioni locali». [Orfeo Meneghetti]